INDICAZIONI NUTRIZIONALI PER IL DIABETE

Indicazioni nutrizionali per il diabete

Il diabete è un disordine del metabolismo dei macronutrienti caratterizzato da iperglicemia cronica ad eziologia multipla e derivante da difetti nella secrezione e/o azione dell’insulina.

 

In Italia:

     Nel 2020 l’ISTAT stimava una prevalenza del diabete pari al 6% della popolazione italiana (circa 3 milioni di persone)

     90% dei casi è rappresentato dal diabete mellito di tipo II

     10% dei casi è rappresentato dal diabete mellito di tipo I

     La prevalenza aumenta con l’età (2% in persone con meno di 50 anni di età, 9% in persone con età compresa tra 50-69 anni) ed è maggiore nei maschi

     L’incidenza è maggiore nel sud Italia rispetto che nel nord Italia

 

Il 14 novembre si celebra la giornata mondiale del diabete: la data corrisponde alla nascita di Frederick Grant Banting, che insieme al suo allievo Charles Herbert Best scoprì l’insulina nel 1921, isolandola dal pancreas di un cane.

Il termine “diabete” deriva dal greco e significa “passaggio di liquidi”, per indicare una malattia, già descritta da Assiri e Babilonesi, i cui segni principali sono poliuria (produzione di abbondanti urine) e polidipsia (senso di sete continua).

CLASSIFICAZIONE DEL DIABETE

    diabete insipido: considerato una malattia rara, conseguenza di una carenza di secrezione di ormone antidiuretico da parte della neuroipofisi. 

    diabete mellito: così chiamato perché gli antichi medici per diagnosticarlo oltre ai segni suddetti assaggiavano le urine dei pazienti percependo un sapore dolce, come di miele, a causa dell’escrezione renale di glucosio

     di tipo 1 (DMT1): correlato ad altre malattie come celiachia o ipotiroidismo e a causa ignota o autoimmune dovuto alla mancata produzione di insulina per la distruzione delle cellule che la producono da parte di auto-anticorpi (anticorpi prodotti dal corpo e diretti contro un bersaglio del corpo stesso). Uno stile di vita corretto può rallentarne notevolmente la progressione.

     di tipo 2 (DMT2): dovuto a insulino-resistenza da contesto iperglicemico. Le cellule del corpo non sono più ricettive all’insulina prodotta dal pancreas, il quale si sfianca per produrne sempre di più. Colpisce soggetti di tutte le età e obesità e sindrome metabolica sono fortissimi fattori di rischio. I pazienti presentano insulinemia nei limiti ma iperglicemia costante e può capitare che dopo 30-40 anni vi sia un’inversione da diabete mellito di tipo 2 a tipo 1.

            Quindi il discriminante fra DMT1-2 è il dosaggio degli auto-anticorpi (presenti nel DMT1 e assenti nel DMT2).

 

Criteri diagnostici per DMT1-DMT2: glicemia random >200 mg/dl sangue in due episodi differenti con sintomi tipici come poliuria, polidipsia e calo ponderale inspiegato; glicemia a digiuno (dopo 8-10h dall’ultimo pasto) >126 mg/dl sangue in due occasioni diverse, emoglobina glicata >6,5% →  tale parametro fornisce una stima del glucosio circolante nei due mesi antecedenti. La glicosilazione (la reazione chimica che permette al glucosio di legarsi ad un’altra molecola) è direttamente proporzionale al valore di glicemia: infatti ogni circa 2 mesi tutti i globuli rossi sono distrutti e rinnovati e dato che il glucosio è capace di legarsi con tutte le macromolecole questo valore indica con precisione la situazione glicemica nel diabetico.

 

Le complicanze possono essere acute o croniche e proprio queste ultime sono la causa del recente’abbassamento di soglia glicemica da 140 mg/dl sangue di alcuni decenni fa a 126 mg/dl sangue.

 

Il trattamento più semplice, efficace ed economico da adottare in caso di DMT1-2 è diverso ma si basa sull’incoraggiamento all’adozione di uno stile di vita sano con un’alimentazione equilibrata ed un'adeguata attività fisica, associate nel DMT1 a somministrazione di insulina prima dei pasti, il cui dosaggio è determinato dal Diabetologo curante.

I LARN 2014 non indicano variazioni della dieta del diabetico rispetto al soggetto sano ma è solo necessaria maggior attenzione.

Uno strumento importante è rappresentato dalla conta dei carboidrati, che offre grande libertà e flessibilità (ad esempio un diabetico di tipo 1 potrà personalizzare il dosaggio di insulina in relazione al pasto che si appresterà a consumare).

A questo scopo è bene introdurre i concetti di:

     indice glicemico (IG): parametro quantitativo che indica il valore % dell’area incrementale sottesa dalla curva di escursione glicemica causata dall’assunzione di 50 g di carboidrati disponibili nell’alimento consumato rapportato a 50 g di glucosio → NON è la velocità a cui  aumenta la glicemia!!!

 

STRATEGIE PER RIDURRE IG

1.    consumare verdure insieme ad alimenti contenenti carboidrati

2.    consumare carboidrati cotti tiepidi o raffreddati

3.    consumare pane a lievitazione naturale

4.    preferire le patate novelle alle patate

5.    attenersi alle porzioni standard di alimento od a quelle definite dal Medico o dal Nutrizionista

 

     carico glicemico (CG=IG*g carboidrati nella quantità di alimento consumato): considera contemporaneamente IG e la quantità dell’alimento effettivamente consumata

 

Esistono svariate tabelle di IG e CG disponibili online e sul sito della SID (società italiana di diabetologia: www.siditalia.it sono riportate informazioni di carattere generale e ricette di cucina).

 

In conclusione, si riportano di seguito alcune indicazioni importanti:

    adottare e/o mantenere un corretto stile di vita

    mantenere un peso corporeo nei limiti

    avere coscienza e consapevolezza delle proprie abitudini alimentari

    limitare gli alimenti contenenti zuccheri liberi: frutta, dolciumi, bibite

     non consumare la frutta lontano dai pasti

     preferire la frutta poco zuccherina (frutti di bosco, fragole, pompelmi, susine, prugne fresche, pesche, albicocche, melograno)

     attenzione alla marmellata (preferire quella con edulcoranti)

     non aggiungere zucchero (bianco o di canna non fa differenza!), miele, sciroppi di piante (acero, agave, riso, cocco…etc) agli alimenti

     usare edulcoranti alimentari (saccarina, acesulfame K, sucralosio, stevia…etc)

    privilegiare gli alimenti contenenti carboidrati a basso indice glicemico e integrali

    consumare verdura insieme ad alimenti contenenti carboidrati → questo accorgimento permette di ridurre IG

    non consumare prodotti light

    ridurre il sale aggiunto agli alimenti

    sottoporsi a regolari controlli medici e nutrizionistici

 

È utile anche tenere un diario glicemico, in cui annotare i valori di glicemia durante la giornata, prima e dopo ogni pasto.